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Vecanze cristiane

Ferie:

DIECI CONSIGLI UTILI PER UNA VACANZA DA CRISTIANI
Il cattolico si distingue anche dal modo in cui si riposa e si diverte: anche sotto l’ombrellone o in cima a una montagna, la meta della vita non è un pacchetto turistico, ma il Paradiso
di Mario Palmaro
Arriva l’estate e l’uomo moderno si misura con un appuntamento obbligato quasi per tutti: le vacanze. Faccenda profana, ma che ha a che fare con i temi della fede e dell’apologetica. Perché il cattolico si riconosce anche dalle vacanze che fa.
Ovviamente, c’è una grande libertà di scelta tra le molte opzioni che abbiamo a disposizione, in una forbice che va da Borghetto Santo Spirito alle Antille. Ma dentro questa libertà ci sono alcuni punti fermi che ci dovrebbero guidare anche durante le nostre ferie. Proviamo a stilare un piccolo vademecum per “la vacanza cattolica”.

1. CONTINUA A ESSERE CRISTIANO ANCHE IN VACANZA Questo dovrebbe essere il punto di partenza di ogni cattolico che progetta il suo tempo di riposo e di divertimento. Andare tre settimane in Patagonia non è un delitto per un cristiano. Ma lo diventa se uno nemmeno si pone la domanda: e la Messa? In tempi di turismo globale, e di pacchetti turistici che ci portano agevolmente ovunque, bisogna stare attenti a non dimenticarsi l’essenziale: che non è il passaporto, ma Gesù Cristo. Che si incontra innanzitutto a Messa, almeno la domenica e nelle feste comandate.

2. RIPOSA MA NON OZIARE Vacanza è, semplicemente, cambiare attività. Questo è vero anche solo dal punto di vista umano. C’è qualcosa di patologico nell’idea di “bruciare” il tempo delle ferie nel nulla assoluto, in un’abulia senza costrutto che è, notoriamente, l’anticamera del vizio e del peccato. Per questo motivo anche una giornata di vacanza richiede una certa disciplina, cioè un programma di vita nel quale ci siano tanto riposo e divertimento, il fermo proposito di lasciare da parte il lavoro di ogni giorno, ma anche il tempo per gli altri, a cominciare dai nostri familiari.

3. STAI ALLEGRO, DIVERTITI MA NON PECCARE Era uno dei consigli fondamentali di don Bosco. La vacanza è un grande privilegio, che i nostri antenati non hanno praticamente conosciuto. Chi dice che è un diritto, esagera. E’ piuttosto un grande dono, un talento, a patto di saperlo trafficare bene. E’ innanzitutto un tempo di rigenerazione, e quindi di meritato riposo. E’ legittimo anche divertirsi, purchè questo obiettivo non travolga il primo: infatti, quale riposo è possibile se cerchiamo solo la confusione, la folla assordante, il rumore; se, in altre parole, ricreiamo a centinaia di chilometri di distanza lo stesso scenario confuso e dissipato in cui siamo costretti a vivere ogni giorno? Ci sono ambienti e divertimenti che in sé non sono illeciti, ma che costituiscono l’humus ideale per il peccato. Sono le famose occasioni, e già ricercarle e non fuggirle diventa una colpa grave.

4. DATTI DELLE NORME DI VITA Sappiamo benissimo che in vacanza è molto più difficile rispettare un certo ordine nella giornata. Paradossalmente, il lavoro, la scuola e la famiglia impongono un ritmo, degli orari, e dentro questa cornice il cattolico può inserire le sue pratiche di pietà, la Messa, il rosario. Con le vacanze, questi schemi inevitabilmente saltano, e c’è il rischio – spesso la certezza – che vada a farsi benedire anche la vita di fede. Invece che avere più tempo per il Signore, ci dimentichiamo di lui. Anzi: potremmo addirittura aver vergogna di mostrare a parenti e amici che, anche a Cortina o a Ischia, vorremmo andare a Messa in settimana, o prenderci un quarto d’ora per l’orazione. Tenendo sotto controllo l’eccesso opposto – l’ostentazione – dobbiamo invece difendere questi spazi sacri, senza essere d’ostacolo ai legittimi progetti di svago della nostra compagnia.

5. FAI LA VACANZA PROPORZIONATA AL TUO TENORE DI VITA Non è una questione di dottrina ma di buon senso. Quanti soldi è giusto investire nelle nostre vacanze? Ovviamente non esiste una tabella o una soglia dell’esagerazione. C’è però un criterio sempre buono: evitare gli eccessi, mantenendo una proporzione fra il nostro tenore di vita ordinario e l’investimento per il viaggio di piacere o la settimana al mare o ai monti. Inseguire una vacanza al di sopra delle proprie normali possibilità può essere il sintomo di un’esistenza triste, nella quale si passa l’anno aspettando quei quindici giorni come se fossero l’unica ragione per cui vale la pena vivere. Gli eccessi sono sempre ingiustificati, per ragioni morali e di stile. Inoltre, chi esagera si priva della possibilità di fare, con quel denaro, qualche opera di bene per la Chiesa e per i poveri.

6. NON LASCIARE CHE I TUOI FIGLI VADANO DOVE VOGLIONO E CON CHI VOGLIONO Vacanze autonome per i figli? Anche qui, mode e abitudini contemporanee talvolta fanno a pugni con le esigenze della morale. Ad esempio, è assolutamente da riprovare la leggerezza con cui i genitori tollerano o incoraggiano le vacanze congiunte di ragazzi e ragazze; prassi che diviene addirittura “istituzionale” quando due giovani sono più o meno fidanzati. Mandare in vacanza un gruppo di ragazzi e ragazze significa incoraggiarli alla promiscuità; mandarci due fidanzati è “istigazione al peccato”. Significa costruire una generazione di persone senza forza di volontà, appassita prima di fiorire nella freschezza degli anni più belli della vita. Pianificare vacanze cristiane significa anche far ragionare i nostri figli sulla opportunità di certe comitive, e sul primato che comunque la famiglia merita – almeno fino a una certa età – anche in materia di vacanze. Si dice: durante l’anno non c’è nemmeno il tempo per guardarsi un po’ in faccia. Ma se poi arrivano le vacanze e i figli vanno da una parte, e i genitori dall’altra, quando la famiglia sta insieme? E chi l’ha detto che ognuno deve andare in vacanza solo dove ci sono i divertimenti adatti alla sua età, sennò “che vacanza è?” Non conformarsi alla mentalità del tempo, come ammonisce San Paolo, significa anche spezzare questi luoghi comuni e re-imparare a stare insieme nel tempo delle ferie.

7. FAI LETTURE UTILI ED EDIFICANTI In vacanza si cerca un po’ di evasione, anche nei libri. Naturale. Tuttavia è consigliabile portarsi al mare o ai monti almeno una lettura edificante che ci faccia conoscere meglio la nostra fede: la vita di un santo, un romanzo apologetico, il saggio di un autore cattolico affidabile, un testo sulla preghiera o sulla dottrina, il Vangelo, il Timone. Insomma: c’è molta scelta, basta volerlo.

8. VISITA I LUOGHI DELLA FEDEAlcuni trascorrono le loro vacanze in un monastero o in un’oasi di preghiera. Bello, ma praticamente impossibile per molti, e certamente per una famiglia. Si può però inserire sapientemente in ogni vacanza la visita ai luoghi della fede più vicini al nostro soggiorno estivo: un santuario, una cattedrale, la città di un grande santo, una comunità di religiosi, un sacerdote amico o il parroco del paesino di villeggiatura. Un modo semplice per insegnare anche ai propri figli che il nostro cuore è con Cristo anche quando ci stiamo rilassando e divertendo.

9. RICORDATI DEGLI ALTRI La vacanza ci fa pensare che stiamo “incassando” una ricompensa meritata con un anno di lavoro stressante, o di studi faticosi, e guai a chi ce la tocca. C’è il rischio di guardare solo a sé stessi e di abbandonarsi all’egoismo; il mondo ci sussurra suadente che ci meritiamo un po’ di attenzione tutta per noi, e gli altri si arrangino. Ma il cristiano non può dimettersi durante le vacanze: San Josemaria Escrivà scriveva che “la santità e l’autentico desiderio di raggiungerla non si concede né soste né vacanze” (Cammino, n. 129). Allora, teniamo lo sguardo vigile e attento sugli altri, chiediamoci che cosa possiamo fare per aiutarli e se possibile mettiamo loro davanti alle nostre aspirazioni. Gesù ci ripagherà con vacanze bellissime, dove la gioia degli altri diventa la nostra gioia.

10. NON TRALASCIARE I SACRAMENTI Durante l’anno diciamo sempre: non ho tempo. Di pregare, di fare direzione spirituale, di confessarmi, di fare una visita in chiesa. In vacanza non abbiamo alibi, e allora approfittiamone. Non c’è fede cattolica senza sacerdote e senza sacramenti. Parafrasando una vecchia, celebre pubblicità di un’agenzia di viaggi, potremmo concludere dicendo: “Cristiano fai da te? No Chiesa? Ahiahahiahi!”

Fonte: Il Timone, luglio-agosto 2012

PREGHIERA PER LE VACANZE

   
Ti ringrazio, o Dio, per le ferie estive
che anche quest’anno mi dai la gioia di usufruire.
Sono un tempo salutare per me
e per quanti altri hanno la possibilità di farle.
In questi giorni di totale distensione,
mi sia, o Dio, di conforto la Tua benefica Parola.

In questo tempo propizio,
desidero solo essere libero,
di quella libertà che rende ogni uomo un vero uomo.
Libero di pregare, di pensare e di agire
al di fuori di orari tassativi,
lontano dal caos cittadino,
immerso nella bellezza del creato.

Grazie, Signore,
per tutto ciò che hai fatto di bello e di buono.
Grazie del riposo
che ci concedi in questi giorni!

Rendi sereno il nostro soggiorno montano:
porta benessere nelle attività
di quanti operano in questo campo.
Proteggi quanti per via, per mare e nei cieli
si muovono in cerca di refrigerio.
Amen!


( Chiesa di Bellamonte, Val di Fiemme )

Consigli per l’estate

 

Carissimi questo è il tempo che Dio ci dona per ritemprarci nel corpo e nello spirito.
Carissimi stiamo attenti perché Dio non va in vacanza, l’anima non và in ferie!
Don Bosco diceva che l’estate è la vendemmia del diavolo!
Gesù ha detto una parabola sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi (cf Lc 18, 1-8). Ha detto anche:
“Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mt 26, 41).
Allora vi do qualche suggerimento per vivere bene quest’estate.
 1.Dedicare più tempo alla preghiera. Siccome abbiamo più tempo cerchiamo di dedicare più tempo al Signore mettendoci all’ascolto della sua Parola.
•Pregare è incontrarsi con Dio, è lasciarsi amare da lui, è amarlo, parlargli; ma soprattutto è ascoltarlo, lodarlo per la sua grandezza, ringra­zialo per i suoi benefici, adorarlo per la sua mae­stà e santità; è intercedere per i fratelli, è chiedere con fiducia qualunque cosa, certi del suo amore di Padre. Pregare non è quindi dire parole, ma incontrare Dio. Pregare è voler stare con Dio, come due amici che trascorrono del tempo a dialogare, a conoscer­si, a sostenersi. Pregare non si esaurisce nel dire parole, ma coinvolge tutta la vita, perché permette a Dio di entrare nella tua esistenza, mentre tu ti sforzi di immergerti nell’oceano della sua luce infinita.
•La preghiera di mattina, quando mi sveglio, come prima attività della giornata è senz’altro uno dei momenti più importanti della vita di preghie­ra.
•Chi ha già fatto questa esperienza sa che di mattina si è riposati e ci si può unire al Signore con facilità, senza distrazioni. La mattina poi, è un momento importante: se mi unisco al Signore fin dal primo momento della giornata, molto pro­babilmente vivrò ogni cosa con lui. Ciò che rumino la mattina rumino durante tutta la giornata.
•Una donna, Mary Arin Kurarski, madre di tredici figli di età compresa tra i due e i ventidue anni, dice: “Una delle mie regole principali è che non mi permet­to alcuna attività, finché non ho finito le preghiere del mattino. Ogni giorno vado a Messa, prego con il Rosario e con l’Ufficio delle Ore ai vari intervalli della giornata”.
Nella calma della sera, prima o dopo cena, dedica un certo tempo alla comu­nione profonda con il Signore: Invoca a lungo lo Spirito Santo; è lui il maestro interiore della preghiera.
Di’ a lungo: “Padre, nel Nome di Gesù riempimi di Spirito Santo”
oppure «Vieni, Spirito Santo» e leggi un brano della Parola di Dio, un capitolo al giorno del Nuovo Testamento toglie il diavolo di torno…
– Durante il giorno leggi un buon libro spirituale perché fa tanto bene all’anima: un libro al mese sia compreso nelle spese…
– Questa estate può diventa­re un momento di grazia, di incontro con il Signore, per unirsi a lui profondamente, certi che da questi incontri scatu­riranno pace, gioia, luce, amore.
– Almeno un’ora di adorazione eucaristica alla settimana, silenziosa, davanti al SS.mo Sacramento lasciandovi amare da Colui che vi ama e vi trasforma con i raggi del suo Spirito Santo perché vi riempia di questi infuocati desideri dello Spirito per l’evangelizzazione dei lontani e dei vicini.
– Partecipare a qualche corso che vi riempia dello Spirito Santo e vi renda un fuoco d’amore per gli  altri.
Tutta l’estate per evangelizzare, per far conoscere Gesù… Ogni persona che incontrate, in ogni luogo dove andate, c’è qualcuno che aspetta da te che tu gli parli di Gesù perché nessuno gliene ha mai parlato e se non lo fai tu non lo farà nessuno al posto tuo.
Don Bosco diceva anche: la santità consiste nell’allegria perciò “Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini.
Il Signore è vicino!” Fil 4,4.
Maria Vergine Madre stenda il suo manto materno su di voi e vi custodisca perché il Signore Gesù vi accenda del fuoco dello Spirito Santo in quest’estate e possiate infuocare d’amore ogni persona che incontrate.
  Dal  web

Venite in disparte, e riposatevi un pò.

Andiamo a lui, noi tutti che siamo affaticati e oppressi, ed egli ci ristorerà. In questa rovente estate, il Signore ci invita a passare le vacanze da lui, a prenderci qualche giorno di ferie per ritemprarci, per andare all’essenziale.

Ma non abbiate paura: Gesù non propone nessun luogo esclusivo, o club vacanze. Se passerete luglio rinchiusi in casa perché ammalati, o soli, o anziani, o se la crisi ha fatto decidere alla vostra famiglia di tagliare i costi per pagare il mutuo e vagare per la grande città in cerca di un negozio, va bene lo stesso.

Le vacanze che il Signore propone sono vacanze dell’anima, che si possono fare benissimo anche in camera propria. Il Signore ci ama, gli stiamo a cuore, è preoccupato per gli apostoli, stanchi, e per noi. Andiamo a lui, affidiamogli ogni peso, facciamo cambio. Diamogli le nostre ansie, le nostre delusioni, i nostri dolori, ed egli ci darà il suo giogo, che è la costante preoccupazione per ogni pecora smarrita, il desiderio intimo e profondo di salvezza per ogni uomo. Noi, poveri, che sperimentiamo la tenerezza del Padre, che abbiamo assaporato la compassione di Dio, siamo invitati a dimorare con il Signore, l’unico che può colmare il nostro cuore.

Paolo Curtaz